Descrizione
Era il 2019 quando il primo cittadino di Montelupo, Paolo Masetti, si accorse di strani movimenti nelle acque dell’Arno. La Polizia Municipale verificò che si trattava di persone di origine orientale che, immerse totalmente nelle acque del fiume, raccoglievano con attrezzi rudimentali grandi quantità di piccole chiocciole. Queste persone poi vennero ripetutamente notate in bicicletta, con copiosi sacchi pieni di molluschi intenti a rientrare verso le Signe, ove si ipotizza che i gasteropodi fossero in qualche modo venduti, attraverso canali informali, per fini alimentari.
I primi approfondimenti fatti dall’Università di Firenze, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Toscana e del Lazio e dalla ASL Toscana Centro individuarono la specie nel gasteropode asiatico denominato Sinotaia quadrata. La presenza di questo mollusco in Italia è stata documentata per la prima volta in Toscana nel 2017.
Si immaginò allora un’immissione dolosa nelle acque interne toscane con fini di raccolta e avvio a un mercato clandestino di beni alimentari, dedicato a cittadini di origine orientale, privi di ogni certificazione e di ogni evidenza anche fiscale.
Il Comune di Montelupo ritenne, alla ricezione delle prime analisi effettuate dalla azienda ASL Toscana Centro che evidenziarono importanti contaminazioni batteriche dei molluschi, di vietare sia la balneazione che la raccolta della Sinotaia sulla propria sponda dell’Arno, invitando anche i comuni limitrofi a fare lo stesso. I ricercatori dello Zooprofilattico con sede a Torino sì interessarono al fenomeno e, prelevando ulteriori campioni, li analizzarono ai fini di maggior approfondimento da un punto di vista chimico e biologico. I risultati delle prime analisi furono in parte contraddetti come carica batterica, ma risultarono peggiorativi riguardo alla contaminazione dei molluschi con microplastiche, forse provenienti dal settore tessile.
La dottoressa Annamaria Nocita del Sistema Museale dell’Università di Firenze, che ha fatto da essenziale raccordo tra il territorio e l’Istituto, ha organizzato un nuovo campionamento, molto più esteso, che è avvenuto nelle giornate del 22 e 23 agosto. Sono stati prelevati campioni sull’Arno a Fibbiana, a Samminiatello e a Firenze, oltre che a Prato sul Bisenzio e a Poggio a Caiano sull’Ombrone Pistoiese. Il campionamento chiarisce già che il mollusco sta migrando a monte, ed è già presente anche a Firenze città.
Le analisi ci offriranno un quadro scientifico di osservazione dell’espansione della specie nei fiumi della Toscana centrale e del possibile pericolo derivante dal consumo umano di questi gasteropodi, dal loro legame con l’ambiente circostante, consentendo anche al Comune di modificare eventualmente la propria posizione su balneazione e raccolta.
“Montelupo ha stimolato e collabora volentieri al progetto di ricerca scientifica sulla presenza di questa specie aliena nel bacino dell’Arno, e ringrazia i soggetti che a vario titolo se ne stanno occupando. La nostra attenzione sui corsi d’acqua è massima, consapevoli dell’inscindibile legame che hanno con questa comunità.” dichiara l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi.