L’artista montelupino Eugenio Taccini dona al Comune dieci sue opere

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Eugenio Taccini ha scelto di donare al Comune di Montelupo Fiorentino alcune delle sue opere che nel corso degli ultimi 20 anni sono state esposte o realizzate in occasione di progetti proposti dalla Fondazione Museo Montelupo.

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18 Giugno 2024

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Si tratta di lavori realizzati nell’arco di 20 anni e confluiti in mostre e progetti promossi dal Museo della ceramica

Eugenio Taccini ha scelto di donare al Comune di Montelupo Fiorentino alcune delle sue opere che nel corso degli ultimi 20 anni sono state esposte o realizzate in occasione di progetti proposti dalla Fondazione Museo Montelupo.

Due grandi bacili con Zaffera, esposti sia a Montelupo che a Villa Caruso a Lastra a Signa del 2022 nell’ambito della collettiva “Blu Zaffera”; tre opere decorate a lustro metallico e realizzate appositamente per la mostra “Non e’ tutto oro” e poi alcuni pezzi iconici con Pinocchio e gli Arlecchini che sono stati allestiti in occasione delle mostre “Us & Them, a cura di Christian Caliandro, e “Spice, alchimie in ceramica”, a cura di Benedetta Falteri. Dieci nuove opere entrano così a far parte della collezione del Museo di Montelupo.

«Ho scelto di fare questa donazione per valorizzare ancora di più Montelupo e le sue radici. Per rendere ancora più bella la città dove vivo e lavoro da sempre. Per arricchire il patrimonio artistico e culturale: quello che facciamo acquista un senso se lasciamo un segno, se contribuiamo anche nel piccolo a rendere il mondo un posto migliore. Le opere oggetto della donazione raccontano l’evoluzione della mia ricerca nell’arco di 20 anni e sono state parte di progetti culturali e artistici dedicati alla ceramica di Montelupo», afferma Eugenio Taccini.

La sua bottega in via XX Settembre è ben identificata e varcarne la soglia è come entrare in un mondo a parte, fatto di ceramica e di sogni, di sperimentazioni e degli immancabili “Arlecchini”.

Eugenio Taccini, maestro pittore e ceramista, vera e propria icona della città di Montelupo Fiorentino, ha iniziato a lavorare la ceramica fin da piccolo.

Ha cominciato facendo i bordi ai piattini e scrivendo Made in Italy sul retro degli oggetti, respirando l’aria operosa delle botteghe. Poco dopo i vent’anni ha arricchito la sua esperienza spingendosi in altri campi del figurativo. Risultati importanti li ha conseguiti con la pittura ad olio su tela. In un processo di contaminazione ricca e virtuosa, rimanendo sempre ceramista, è stato allievo di Venturino Venturi ed è venuto in contatto con pittori affermati quali Beppe Serafini, Bruno Bagnoli, Marz Mannucci, Aldo Londi. Raggiunge la maturità artistica verso i trent’anni: quando il suo impegno e la sua creatività si rivolgono agli arlecchini, che emergono in grande quantità dagli scavi archeologici di Montelupo Fiorentino. Ci ha spiegato, recentemente, che è impossibile riprodurre fedelmente un arlecchino, perché ognuna di quelle figure dissacranti, originali, è diversa dall’altra, e rispecchia il suo autore. Eugenio Taccini si considera uno degli autori degli arlecchini, incoraggiato, su questa strada, da colui che Taccini ricorda come il maggior estimatore delle sue riletture: il poeta anarchico francese Leo Ferré. Continua a sperimentare tecniche e stili diversi, rivisitando decorazioni come la zaffera e compiendo continue ricerche sui colori, nell’esecuzione di maschere, figure sacre, fiori. A partire dagli arlecchini la sua ricerca gli fa il dono artistico più grande, ovvero la sua intensa attività sulla figura di Pinocchio. Opere di grandi dimensioni si trovano in molti spazi pubblici e privati, e sue opere sono collocate in collezioni internazionali prestigiose. A Montelupo Fiorentino realizza, tra le altre, l’importante opera pubblica Biciclette (2014). Insignito anche dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica, ha partecipato a innumerevoli eventi negli Stati Uniti, in Canada, sul territorio nazionale ed europeo. Firma un’edizione artistica da collezione del Barattolino Sammontana (2001) e lega la sua straordinaria capacità di illustratore al Parco della Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

Le opere donate si aggiungono a quelle che Eugenio Taccini ha realizzato per Montelupo: pannelli i caratteristici “Arlecchini” e l’opera pubblica del 2014 “Biciclette”, realizzate assieme a Matteo Bertini e agli studenti dell’Accademia delle Belle Arti.

“Solo viaggiando e confrontandosi con gli altri possiamo apprendere e incrementare le nostre conoscenze, la cultura è prima di tutto scambio”, sostiene Taccini.

L’ispirazione per l’opera è arrivata da uno dei decori tipici della ceramica di Montelupo, gli Arlecchini, trasformati in viaggiatori e ambasciatori della ceramica di Montelupo. Ora collocati sulla rotonda all’incrocio fra la Statale 67 e via Maremmana.

«Eugenio Taccini è simbolo dell’estro montelupino, di un approccio “anarchico” alla ceramica, che rifugge l’ordine e che reinventa gli stilemi classici. Ha fatto la sua “Zaffera”, ha inventato i suoi “Arlecchini”. Ha plasmato la materia ceramica alla sua creatività: piatti, tazze, orci sono tele su cui attraverso il colore esprime la sua poetica. La collaborazione fra l’amministrazione comunale e Eugenio va avanti da anni. Insieme abbiamo realizzato progetti importanti e le “biciclette” sono una delle opere più care ai montelupini, forse perché sono il frutto di un’azione collettiva, del coinvolgimento della comunità. Per questo non possiamo che ringraziarlo per aver scelto di donarci altri dei suoi lavori, arricchiamo così la nostra collezione ceramica e sono certo avremo modo di valorizzare le opere, nello spirito condiviso di rendere Montelupo un posto ancora più bello», afferma il sindaco Simone Londi.

Ultimo aggiornamento: 02/08/2024, 12:42

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