In questi giorni è arrivato il responso della commissione ministeriale incaricata di selezionare i due progetti da candidare.
La ceramica di Montelupo, pur non rientrando nella selezione definitiva, si è classificata all’ottavo posto in una graduatoria che include siti di rilievo come l’Area archeologica del Foro romano e Palatino.
Lo scorso novembre era giunta la notizia dell’inclusione della ceramica di Montelupo tra i candidati per ottenere il prestigioso riconoscimento del “Marchio del Patrimonio Europeo”.
Da una lista che comprendeva siti celebri a livello internazionale, una commissione ministeriale ha individuato due candidature da presentare all’Unione Europea.
Sebbene la ceramica di Montelupo non sia arrivata tra le prime due, il suo posizionamento all’ottavo posto rappresenta comunque un importante attestato di valore per la città, confermando la rilevanza storica di una tradizione secolare.
Pur non potendo accedere ai finanziamenti previsti dal marchio, Montelupo e la sua ceramica si confermano meritevoli di attenzione a livello nazionale e internazionale.
Un riconoscimento che arriva anche da altri fronti.
L’esposizione, visitabile fino al 18 maggio, presenta una selezione di opere in ceramica frutto del progetto Cantieri Montelupo, il programma di residenze artistiche realizzato dalla Fondazione Museo Montelupo con il sostegno del bando Toscanaincontemporanea e curato da Christian Caliandro.
Montelupo è stata rappresentata all’inaugurazione dalla direttrice della Fondazione Museo Montelupo, Benedetta Falteri, e dal curatore del progetto Christian Caliandro.
In mostra sono presenti le opere di Marco Ulivieri, Emanuela Barilozzi Caruso, Ivana Antonini, Angela Corsani, Elena Bellantoni, Patrizio Bartoloni, Veronica Montanino, Serena Fineschi, Alessandro Scarabello, Stefano Bartoloni, Giovanni Ceruti e Maria Palmieri.
«La candidatura al Marchio del Patrimonio Europeo e la mostra allestita a Torino sono due riconoscimenti diversi, ma accomunati da un elemento fondamentale: il valore della nostra ceramica, apprezzata ben oltre i confini regionali e nazionali, sia nella sua espressione tradizionale che contemporanea. Un riconoscimento che non arriva per caso, ma è il risultato di scelte politiche e culturali mirate a valorizzare il nostro saper fare e a costruire relazioni trasversali. Scelte avviate nel tempo, i cui frutti possiamo raccogliere oggi. Tuttavia, questi risultati devono essere uno stimolo per il futuro: non possiamo permetterci di abbassare l’asticella dell’impegno e degli investimenti culturali. Dobbiamo continuare a progettare guardando lontano», afferma l’assessora alla cultura Aglaia Viviani.