Anni di battaglie legali, alla fine la vittoria sotto forma di riconoscimento dei titoli necessari per l’accesso al Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dalle forze del Terzo Reich, istituito attraverso l’articolo 43 del decreto legge n. 36/2022, e poi più nulla. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, non sta procedendo in modo tempestivo all’erogazione dei ristori dovuti e del quale lo Stato italiano si è assunto l’onere economico.
Proprio per provare a smuovere questa situazione, il gruppo consiliare di maggioranza “Noi, Montelupo”, durante il Consiglio Comunale del 26 settembre, ha presentato una mozione, approvata all’unanimità, che impegna il Sindaco e la Giunta ad “adoperarsi in ogni sede istituzionale al fine di sollecitare il Ministero dell’Economia e delle Finanze a procedere in modo tempestivo all’erogazione dei ristori in favore di coloro che abbiano titolo a ottenerli e abbiano presentato regolare domanda a tal fine”.
Dichiara il consigliere Alessio Toccafondi (Noi, Montelupo) che ha presentato la mozione: “Ad oggi, nessuno ha ancora ricevuto i risarcimenti, nonostante il titolo valido per l’accesso al Fondo e ciò comporta dei gravi pregiudizi verso coloro che, spesso dopo anni di battaglie legali, sono riusciti con grande difficoltà ad ottenere questi titoli. A questi ritardi si aggiunge l’atteggiamento ostile, di assurda opposizione dell’Avvocatura di Stato che ha spesso avanzato contestazioni, anche del tutto pretestuose, tese a rallentare i tempi di ottenimento della sentenza. Questo è emerso anche nelle cause relative al nostro Comune e alle famiglie di Montelupo”.
La lotta per ottenere il risarcimento a favore delle vittime della violenza nazifascista ha da sempre visto impegnata l’amministrazione comunale, che nel 2023 ha scelto di procedere a un proprio ricorso costituendosi parte civile e chiamando in causa la Repubblica federale di Germania e il MEF per i danni non patrimoniali subiti in conseguenza alla deportazione nei lager di 45 cittadini. Non solo, il Comune si è adoperato per informare, supportare e coordinare i familiari che hanno espresso volontà di presentare ricorso, arrivando a depositare complessivamente 13 citazioni, che interessano 16 deportati, coinvolgendo ben 25 familiari delle vittime.
“Non si comprende l’atteggiamento ostile del Ministero e dell’Avvocatura, che ostacolano le flebili speranze di giustizia degli oramai pochissimi figli delle vittime ancora in vita. Quanto accaduto nel marzo 1944 ha ferito la nostra Comunità per sempre” afferma l’assessore alla memoria, Lorenzo Nesi. “Approfondendo il dramma legato a ogni singolo deportato e alle sua famiglia si è giunti a una lettura alta, che individua quei fatti come un unico crimine contro la Comunità. Migliaia di civili innocenti furono rastrellati in luoghi diversi, stivati nei carri piombati e deportati a Mauthausen, privati di ogni diritto e assassinati nel giro di un anno in luoghi diversi. Solo pochi riuscirono a tornare, indelebilmente segnati nel corpo e nella mente. La deportazione politica credo debba essere quindi letta alla stregua di eccidi e stragi nazifasciste, per numero di vittime e modalità di annientamento delle persone non meno efferate.”