Il Museo della Ceramica si trova in Piazza Vittorio Veneto 11, ed è parte del MMAB (Montelupo Museo Archivio e Biblioteca). La struttura si compone di 12 sale (di cui 8 dedicate al Museo) disposte su 3 piani, e un’ampia hall dedicata all’accoglienza dei visitatori. Nel 2014 il Museo è stato riallestito per migliorarne accessibilità e comprensione, con particolare riguardo per alcune categorie di utenza quali ciechi e ipovedenti.
La storia
L’idea di dare vita a un Museo della Ceramica a Montelupo Fiorentino era nell’aria già dal dopoguerra, ma la spinta decisiva per la sua realizzazione è stata la grande scoperta del 1973. Proprio in quell’anno venne alla luce un grande pozzo idrico, realizzato intorno all’anno Mille e abbandonato da secoli, che si rivelò colmo di un’enorme quantità di pezzi di frammenti di maiolica, quasi tutti scartati dalle fornaci perché rotti durante la cottura nei forni dell’epoca.
Nel 1977, con i primi materiali di scavo restaurati si tenne una mostra alla scuola elementare Corradini. Il rinnovato interesse per la produzione storica di Montelupo portò anche alla formazione del Gruppo Archeologico e all’inaugurazione (1983) della prima struttura museale, che trovò spazio nel Palazzo Podestarile, luogo che fino all’anno precedente aveva ospitato il Comune con tutti i suoi uffici.
Dopo varie vicende, nel 2008 il cerchio si chiude: trovata una collocazione permanente alla sezione archeologica, il nuovo Museo della Ceramica si trasferisce nella sede di Piazza Vittorio Veneto, proprio presso l’ex scuola elementare che aveva ospitato la mostra di trent’anni prima, e il cui edificio era stato poi oggetto di recupero edilizio.
La collezione
La collezione del Museo della Ceramica conta 5.550 maioliche. Ben 1200 di queste sono state selezionate per l’esposizione, che è organizzata secondo un ordine cronologico e tipologico. Si tratta di pezzi databili tra la fine del Duecento e il Settecento. Molte delle opere in mostra sono il frutto di una costante un’attività di ricerca e di scavo, che restituisce sempre nuovi materiali.
Fanno parte della collezione anche alcune maioliche frutto di donazioni o acquisizioni, come il celebre Rosso di Montelupo: si tratta di un bacile datato 1509 che prende il nome dal particolare pigmento rosso usato nella decorazione, la cui composizione è ancora oggi un mistero.